Pronunciandosi su alcuni casi “italiani” in cui si discuteva della legittimità della normativa interna che vieta la trascrizione degli atti di nascita dei figli nati in Italia da coppie omosessuali mediante procreazione medicalmente assistita (PMA) effettuata all’estero, la Corte europea dei diritti dell’Uomo ha respinto per manifesta infondatezza i ricorsi proposti, osservando che l’Italia non ha oltrepassato l’ampio margine di discrezionalità di cui disponeva in materia al fine di stabilire o riconoscere la filiazione, escludendo pertanto la violazione dell’art. 8 (diritto al rispetto della vita privata e personale) e 14 (divieto di discriminazione) della CEDU. Lo stabilisce la Corte CEDU, Sez. I, (dec.) 22 giugno 2023 (nn. 47998/20 e 23142/21).
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