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Intossicazione alimentare, occorre provare il danno permanente

La Corte di Cassazione, sentenza 17 maggio 2023, n. 13602, ha rigettato il ricorso per risarcimento danni avanzato da un uomo, rimasto vittima, in occasione di un evento pubblico organizzato da una Pro Loco, di una intossicazione alimentare conseguita alla somministrazione ai partecipanti di carne avariata. L’uomo, ottenuta in via stragiudiziale dalla Compagnia assicuratrice una somma per il danno biologico temporaneo patito, adiva le vie legali per vedersi riconoscere ulteriori somme a titolo di risarcimento per le altre pretese voci di danno, patrimoniale e non (quanto a quest’ultimo, il danno biologico permanente e il danno morale), ma la domanda veniva rigettata tanto in primo grado quanto in appello. È infatti onere del danneggiato allegare e provare le conseguenze anatomo-funzionali, relazionali e di sofferenza soggettiva normalmente conseguenti alla lesione dell’integrità psico-fisica e la loro idoneità in concreto a determinare una lesione permanente. Nella fattispecie, al contrario, si è ritenuto che quest’ultimo non avesse assolto a tale onere: essendo stata accertata una patologia di regola transitoria (intossicazione alimentare da batterio) e priva di postumi permanenti, la vittima non può profittare di alcuna presunzione circa l’idoneità della patologia medesima a determinare significativi effetti permanenti, come avviene, ad esempio, per patologie derivanti da eventi traumatici o similari.


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